La notte più bella by Daniela Palumbo

La notte più bella by Daniela Palumbo

autore:Daniela Palumbo [Palumbo, Daniela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-02-09T12:00:00+00:00


UN BACIO CHE VAGAVA NELLA NOTTE

La notte diventò nera alle cinque del pomeriggio. Quando improvvisamente mancò la corrente le ragazze erano intente, si fa per dire, a fare i compiti per l’indomani. Ma alle 17.30 avrebbero smesso di studiare, era l’ora della merenda: una banana per ciascuna delle trentaquattro adolescenti che affollavano le stanze del secondo piano dell’orfanotrofio femminile Saint Mary.

Al primo piano c’erano le bambine fino ai dodici anni. Dai tredici anni in su si passava al secondo piano, dove a governare le sale di studio e il dormitorio c’erano suor Mary Grace e suor Mary Ellen. Tutte le suore del Saint Mary portavano il nome della capostipite: il nome di battesimo era concesso solo al secondo posto.

Le ospiti dell’orfanotrofio non erano autorizzate a dimenticare quel nome perché suor Mary si sarebbe molto offesa. Suor Mary Abbott, la progenitrice della congregazione e fondatrice dell’istituto, era morta nel 1936, ma la sua memoria era tenuta in grande considerazione dalle sue consorelle. Soprattutto la superiora, suor Mary Nancy, l’unica rimasta che l’avesse conosciuta di persona, era particolarmente sensibile alla dimenticanza. Accadeva ogni tanto che le bambine più piccole che non ricordavano la regola del “prima viene suor Mary”, chiamassero le suore con il loro nome di battesimo. Se suor Mary Nancy era presente all’oltraggio, le malcapitate ricevevano in dono tre bacchettate su ognuna delle mani e la cosiddetta punizione del “fine lezione mai”: ovvero, quando il giorno dopo le loro compagne avrebbero lasciato l’aula scolastica, le smemorate sarebbero rimaste sul proprio banco a scrivere cento volte nel quaderno il nome intero che avevano storpiato. Solo allora potevano uscire e andare a pranzo. Pranzo che naturalmente trovavano freddo e rinsecchito.

Ma non finiva lì. Suor Mary Nancy, dopo il pranzo, voleva parlare personalmente con la bambina che aveva commesso l’errore. Raccontava con la sua voce lenta e monotona la storia di suor Mary. Come era stata lungimirante sorella Mary ad aprire le porte della sua casa di campagna - la sua prima struttura per bambini abbandonati - fin dal 1930, quando la Grande Depressione aveva fatto aumentare a dismisura il numero dei poveri.

«Devi sapere» spiegava alla bimbetta di turno di sei o sette anni che la guardava impietrita, terrorizzata e senza capire un’acca di ciò che l’anziana sorella diceva «che quella di suor Mary della Provvidenza fu un’intuizione santissima. Lei capì prima di tutti che quel tempo di povertà sociale avrebbe portato sciagure per la morale delle ragazze. Un interminabile stuolo di giovinette di facili costumi, infatti, avrebbe ceduto alle lusinghe dei facoltosi uomini di affari che promettevano sontuose cerimonie di matrimonio. Salvo poi lasciare le donne incinte con i figli di nessuno. Come te. E tutte le tue compagne. Ma lei vi ha accolto. E grazie alle donazioni di persone generose, voi tutte avete una grande casa con comodità e agi. Suor Mary era una santa. Per questo non posso tollerare che ci si dimentichi di lei. È chiaro?»

Ciò che restava sicuramente chiaro alle piccole donne che ascoltavano la predica, con le



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